Durante il periodo estivo i nostri cani, spesso a nostra insaputa, corrono un rischio molto grave: quello di ammalarsi di leishmaniosi, una malattia altamente compromettente che può portare, nei casi più gravi, anche alla morte del cane. Purtroppo molti proprietari ancora sottovalutano il problema, e così non prendono le sufficienti precauzioni per proteggere il proprio cane. Vediamo di cosa si tratta e quali sono, a oggi, le precauzioni migliori per scongiurare questo grave pericolo.
Leishmaniosi, cos’è
La prima cosa da capire è con chi si ha a che fare, solamente conoscendo questa malattia saremo in grado di difendere il nostro amico a quattro zampe. La leishmaniosi è una patologia infettiva contagiosa, sovente molto aggressiva. L’agente patogeno è un parassita, il Leishmania Infantum, parassita veicolato da piccoli insetti, ed è questo il grosso problema. A contagiare i nostri cani sono i pappataci, piccoli insetti ematofagi che pungono senza fare alcun ronzio, diversamente dalle zanzare.
La malattia si presenta in forma cronica, spesso molto grave, che causa gravissimi danni al cane, danni progressivi, quindi anche a lungo termine. Sebbene oggi sia una patologia che si può tenere sotto controllo, la leishmaniosi non è curabile. Il cane infettato dall’agente patogeno dovrà convivere con la malattia per tutta la durata della sua vita. Una diagnosi precoce e i regolari controlli però, consentono al cane una buona qualità di vita.
Sintomi della malattia
Solitamente l’infezione è silente, vale a dire che non si manifesta in modo palese. Tuttavia vi sono alcuni sintomi che possono essere notati. Il cane infettato è abbattuto, può produrre sanguinamento dal naso, avere una notevole diminuzione dell’appetito, quindi con un conseguente dimagrimento. Può inoltre manifestare gonfiore delle articolazioni che sono quindi molto doloranti. Se il cane non si lascia toccare le zampe all’improvviso, mentre prima non faceva storie, è bene insospettirsi.
Il pelo si mostra alterato, non più lucido, come delle dermatiti, le unghie crescono in modo decisamente anomalo, e questo, assieme all’anoressia, è uno dei sintomi più indicativi e che devono assolutamente indurre a portare il cane dal veterinario subito.
La diagnosi e la cura
La diagnosi consiste in un semplice test del sangue che si può eseguire anche in soli 10 minuti. Il trattamento, invece, viene definito di tipo conservativo, ovvero, il cane non guarisce dalla malattia, ma si può comunque mantenere sotto controllo l’evoluzione della malattia e permettere al cande di fare una vita di buona qualità.
Come si previene il contagio
Abbiamo detto che la malattia è veicolata da un insetto ematofago, il pappatacio. Si tratta di un insetto davvero molto piccolo, al punto che è in grado di passare attraverso le maglie delle comuni zanzariere. La sua attività comincia all’arrivo dei primi caldi ed è particolarmente attivo al tramonto. Il consiglio principale è quello di proteggere il cane con un collare antiparassitario o con le classiche pippette, ma soprattutto di tenerlo al riparo dentro casa durante le ore del tramonto e della sera.
Tuttavia, il metodo più efficace è quello di fare un’opportuna disinfestazione, ci si può rivolgere a delle ditte specializzate come hampton.it che sono in grado di eliminare sia le uova che le larve, oltre agli insetti adulti. Con una buona disinfestazione, quindi, le probabilità che il nostro cane sia a rischio diminuiscono decisamente.